Nel cuore del Chiapas: la spiritualità del popolo Tzotzil tra Zinacantán e San Juan Chamula

Diversi paesaggi chiapanechi nel sud del Messico.

Arrivo a Zinacantán in una mattina limpida, con l’aria fresca che sa di montagna e il sole che illumina i campi di fiori. Questo villaggio, famoso per i suoi tessuti, nasconde un segreto ancora più sorprendente: la sua prosperità moderna deriva dalla floricoltura, introdotta negli anni ’60. I fiori, coltivati in serra e nei campi, non sono solo un elemento estetico, ma il cuore economico della comunità.

Il mio primo incontro con questo mondo lo vivo paradossalmente al cimitero del villaggio. È un luogo che mi spiazza: mi aspettavo un’atmosfera austera e malinconica, ma qui tutto è luminoso. Le tombe colorate e decorate con mazzi di fiori dai colori vivaci, sono celebrazioni della vita più che monumenti alla morte. In effetti, intorno a questo concetto ruota l’intera festa del dìa de muertos. La comunità si riunisce per onorare i propri cari con rituali che trasmettono un senso di continuità tra passato e presente, tra il mondo dei vivi e quello degli antenati.

Mentre accompagno un piccolo gruppo di turisti, una donna locale ci osserva con sguardo attento. Quando una delle persone al mio fianco prova a scattare una foto senza chiedere permesso, lei sibila con fermezza: “No foto!”. Non c’è rabbia nelle sue parole, ma una chiara richiesta di rispetto per un luogo sacro. È un promemoria potente che mi ricorda quanto sia importante avvicinarsi con discrezione e sensibilità a queste culture.

 

La chiesa di San Juan Chamula: un universo in un fiore

Dopo la visita al panteon, dove le confraternite cattolico-sincretiche eseguono riti e cantano preghiere cristiane in “stile maya”, mi sposto a San Juan Chamula, un altro villaggio Tzotzil immerso in un paesaggio di colline verdeggianti. La chiesa domina la piazza centrale con la sua facciata bianca e decorata da motivi verde acqua e blu. Tra i simboli dipinti spicca il fiore della vita a quattro petali, un dettaglio che mi colpisce profondamente. Questo antico simbolo mesoamericano rappresenta l’universo: le sue quattro direzioni, i quattro elementi, e la connessione tra il mondo terreno e quello spirituale.

All’interno, la chiesa è un’esperienza che lascia tutti senza fiato. Il pavimento è coperto di aghi di pino, l’aria densa di incenso. Non ci sono panche, ma migliaia di candele creano un’atmosfera mistica, quasi ipnotica. Le preghiere si mescolano ai canti e alle offerte: bibite, candele, pox (il liquore tradizionale). È qui che scopro un dato curioso ma significativo: il neoliberismo si è infiltrato nei rituali religiosi locali.

 

La Coca-Cola nelle liturgie indigene

Questo fenomeno, all’apparenza bizzarro, nasce dalla penetrazione economica della Coca-Cola Company nel Chiapas. La regione ha il triste primato del più alto consumo pro capite di bibite gassate in Messico, con effetti devastanti sulla salute delle popolazioni locali. Tuttavia, la bevanda ha trovato un posto anche nei rituali spirituali: le bollicine sono considerate simbolicamente potenti per “espellere” energie negative attraverso il rutto, una credenza integrata nei riti di guarigione (se vuoi approfondire l’argomento oltre il folclore, visita questa pagina). Esiste un reportage di Report molto interessante a riguardo, puoi vederlo sul sito della RAI.

L’ingerenza delle multinazionali straniere, come Coca-Cola, è anche uno dei fattori che hanno alimentato lo Zapatismo, il movimento di resistenza indigena guidato dall’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN). Nato ufficialmente il 1° gennaio 1994, il movimento ha esposto e combattuto contro l’impatto devastante del neoliberismo sulle comunità indigene, l’erosione dei diritti territoriali e l’emarginazione culturale. Gli zapatisti, riconoscibili dai passamontagna e guidati dal carismatico Subcomandante Marcos, rivendicarono autonomia politica e giustizia sociale, attirando l’attenzione internazionale sulla condizione delle popolazioni indigene del Chiapas (e non solo).

 

La spiritualità come resistenza culturale

La resilienza politica si riflette nella spiritualità Tzotzil, che sopravvive nonostante secoli di colonizzazione e imposizioni religiose. La religione qui non è solo una questione di fede, ma un modo di preservare la propria identità. I santi cattolici venerati nella chiesa di Chamula, ad esempio, non sono semplici figure devozionali: sono reinterpretazioni sincretiche delle antiche divinità maya.

San Giovanni Battista è il patrono del villaggio, ma il suo ruolo trascende quello cristiano. È un mediatore tra il popolo e le forze del cosmo, un simbolo che unisce passato e presente, cristianesimo e tradizioni ancestrali. Dentro di lui palpita ancora il cuore acquoso di Chaac, l’antico Signore delle Acque.

 

Consigli per i viaggiatori

Visitare Zinacantán e San Juan Chamula significa entrare in un mondo diverso, fatto di simboli, rituali e legami profondi con la natura e la comunità. Quando venite qui, ricordate di rispettare le usanze locali: non fotografate senza permesso, soprattutto all’interno della chiesa.

A Zinacantán, prendetevi il tempo di ammirare i tessuti floreali e, se possibile, visitate una delle serre dove si coltivano i fiori. A Chamula, lasciatevi stupire dalla spiritualità che pervade ogni angolo, dalla facciata della chiesa ai riti al suo interno. Per capire davvero ciò che vedete, affidatevi a una guida locale: il loro racconto aggiungerà profondità alla vostra esperienza e contribuirà a sostenere l’economia di queste comunità.

 

Un intreccio tra sacro e quotidiano

Il Chiapas è un luogo dove il passato convive con il presente in modi che sfidano le aspettative e – forse – tra le sue foreste silenziosamente abitate dagli spiriti, si cela un segreto che può ispirare un futuro ecologicamente più sostenibile. Zinacantán e San Juan Chamula, con la loro spiritualità unica, i colori vivaci e le tradizioni resistenti, offrono una prospettiva preziosa su un Messico che spesso rimane nascosto al turismo di massa. È un viaggio non solo nello spazio, ma anche nel tempo e nella cultura, un’esperienza che rimane impressa molto dopo il ritorno a casa.

2 commenti su “Nel cuore del Chiapas: la spiritualità del popolo Tzotzil tra Zinacantán e San Juan Chamula”

  1. …una delle persone al tuo fianco….una a caso! 🙂
    Grazie, mi fatto rivivere quella magnifica giornata, lo stupore, la curiosità, la spiritualità che hanno permeato tutto il bellissimo viaggio fatto insieme a quel piccolo gruppo di persone con una grande anima.

    1. … Un piccolo gruppo di persone con una grande anima di cui fai parte.
      Contentissimo di aver viaggiato al tuo fianco. Non vedo l’ora che si presenti l’occasione di un altro viaggio!

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